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Eugenia Macchi

Transizione ecologica: tempo di rivoluzione?


Sentiamo spesso parlare di “transizione ecologica” e dell’urgenza con la quale è necessario che i governi agiscano per la tutela del pianeta. A conferma di questo, a partire dal 2021 è stato instituito in Italia unapposito Ministero (MITE) che ha sostituito il vecchio Ministero dell’ambiente.

Ma che cos’è la transizione ecologica?


È il passaggio da un sistema produttivo intensivo e altamente lesivo per l’ambiente, basato sullo sfruttamento scellerato delle risorse ad un modello che, invece, ha il suo punto di forza nella sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La transizione ecologica, oggi, è diventata una vera “missione” per i governi europei e del mondo che hanno come obiettivo quello di rilanciare un modello economico nuovo che porterà a contrastare i cambiamenti climatici e a ridurre la dipendenza energetica dagli altri Paesi che, come stiamo osservando in questo periodo di guerra, è in grado di creare disagi e danni economici notevoli agli Stati. La transizione ecologica sarà anche fondamentale per iniziare a dare risposte concrete agli squilibri sociali che la pandemia ha messo ancor più in evidenza.


Di che cosa si occuperà dunque il MITE?


Si occuperà di contrastare i cambiamenti climatici, di intervenire su trasporti ed infrastrutture, di ridurre l’inquinamento chimico e delle abitazioni, di promuovere il ciclo dei rifiuti, il recupero dei materiali e di tutelare la qualità del cibo e della biodiversità. Strettamente legata alla transizione ecologica è la transizione energetica che attraverso il (PNIEC) Piano nazionale integrato energia e clima e le produzioni del 70% di energia da fonti rinnovabili, porterà l’Italia ad una notevole riduzione delle emissioni di CO2 per raggiungere gli obiettivi della Commissione Europea. Di quest’ultimo piano faranno parte anche l’efficienza energetica e la ristrutturazione degli edifici, l’agricoltura sostenibile e la mobilità. Per la realizzazione di questo ambizioso progetto il MITE riceverà, nell’ambito del NEXT GENERATION EU il 37% dei fondi destinati all’Italia.

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