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LAURA

Giulia Mazzeo 1 C classico

L’amore nel cuore

Laura Adami, 37 anni, capelli castani lunghi, occhi azzurri, amante della vita e dei libri.

Questa sono io. Vivo la mia vita normalmente, per quel che posso. Ho una casa, una famiglia e amo il mio gatto Garfield. Sono una maestra della scuola materna e mi piacciono molto i bambini. Adoro la loro curiosità, la loro innocenza e stare con loro per me non è un lavoro ma un piacere. I bambini vanno ascoltati, bisogna aiutarli a crescere e sviluppare la loro personalità, il loro carattere, anche se tutto ciò richiede notevole energia. Devi saper giocare con loro e solo se ti diverti anche tu, se ti metti al loro livello, ottieni dei risultati.

Il mio cuore però, anche se pieno di amore, fa le bizze. Da quando sono nata ho già subito quattro interventi di riparazione delle sue valvole, ma da un anno sono nella lista d’attesa per ricevere un trapianto di cuore, perché quello che ho non è più riparabile.

Il cuore mi verrà assegnato sulla base di un algoritmo che riflette diversi parametri: lo stato di gravità della patologia per la quale necessito il trapianto, la compatibilità, il gruppo sanguigno, l’età e il tempo di attesa in lista. Nel frattempo ho dovuto smettere di occuparmi dei miei bambini a scuola e sono a casa, in riposo forzato e in attesa che arrivi un cuore buono per me. In pratica, per continuare a vivere, devo sperare che muoia qualcuno e che allo stesso tempo il suo cuore sia compatibile con me.

Qualsiasi persona può diventare donatore o donatrice di organi. La donazione di organi non prevede alcun limite massimo di età. Nel momento in cui si prende in considerazione la donazione di organi e si possiede il necessario consenso, il fattore essenziale è lo stato dei singoli organi. Così, vista la mia condizione, ho deciso di diventare una donatrice anch’io, affinché la mia morte non sia vana e dia una possibilità di vita ad altre persone malate. Ovviamente il mio cuore non sarà preso in considerazione vista la sua condizione.

Ognuno di noi può salvare delle vite, esprimendo il proprio sì alla donazione e in questo modo, dalla morte si dona la vita e la fine diventa un inizio.

Certe volte sogno che dopo il trapianto il mio nuovo cuore non sarà capace di amare ciò che amava il mio vecchio cuore e che, riprendendo il mio lavoro, i bambini se ne accorgeranno.

E se il cuore fosse quello di un assassino, di una persona malvagia?

So benissimo che il cuore non determina il carattere o l’indole di un individuo, ma ho paura che non sarò più la stessa.

In quest’ultimo periodo sono tornata a casa dei miei genitori e vivo come in una campana di vetro. Non posso rischiare di ammalarmi nel caso in cui dovessero chiamarmi per il trapianto, così resto a casa con i miei libri e tormento il povero Garfield, che, nonostante tutto, mi sta sempre vicino e assorbe tutte le mie energie negative.

Penso spesso alla morte, ovviamente, perché da un giorno all’altro potrei smettere di respirare e non arrivare al trapianto e tutto questo mi logora enormemente.

La mia vita non è stata facile fino a questo momento. L’ospedale è stata la mia seconda casa, non mi sono potuta costruire una famiglia tutta mia perché il mio cuore non avrebbe retto a una gravidanza.

Se riesco ad avere un nuovo cuore, inizio una nuova vita e posso finalmente ritornare dai miei bambini. Già da un po’ di tempo sono seguita da uno psicologo che mi sta aiutando non solo ad accettare la mia condizione, ma anche a prepararmi ad accogliere la nuova vita.

Il nuovo cuore non deve essere accettato solo dal mio corpo ma anche dalla mia mente.

 

 

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