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  • Gloria Di Marzo

LA DIFESA DEI BENI CULTURALI

Aggiornamento: 24 apr 2021


La difesa dei beni culturali e ambientali dovrebbe essere uno dei compiti fondamentali dello Stato e dovere di ogni cittadino



Il nostro Paese è forse uno dei più ricchi per quanto riguarda il patrimonio culturale e quello naturale, ma purtroppo molto spesso ce ne dimentichiamo e non curiamo abbastanza la salvaguardia di questi beni, forse perché il loro possesso ci ha reso indifferenti a certe bellezze sia artistiche che naturali. Un discorso del genere coinvolge chiaramente le strutture sociali, in quanto è ad esse che dobbiamo guardare per la difesa dell’ambiente ed è verso di esse che si appuntano le critiche per il progressivo crollo dell’equilibrio tra uomo e natura. Le maggiori cause legate a questo squilibrio sono da imputare allo sviluppo industriale della nostra società, la quale non ha tenuto conto che anche la natura aveva i suoi diritti e non poteva essere aggredita così violentemente come è stato fatto. Questa situazione di equilibrio tra l’uomo e la natura si è protratta per molti secoli, man mano infatti che l’uomo si appropriava sempre di più delle risorse naturali, con lo sviluppo dell’agricoltura, poi dell’ allevamento, poi con le scoperte di giacimenti minerari nel sottosuolo, fino al nostro secolo in cui l’uomo ha totalmente asservito la natura, abusandone per i propri scopi e interessi, impoverendola e non rendendosi conto che il primo ad essere danneggiato da questa situazione era proprio lui: l’uomo che si sente ormai il padrone del mondo. Nel mondo contemporaneo l’espansione industriale ha portato alla creazione di un numero sempre maggiore di fabbriche, che ha notevolmente mutato i piccoli centri urbani di un tempo e ha dato l’avvio alla formazione di vaste aree industriali. Queste industrie producono degli scarichi per la maggior parte nocivi all’ambiente ed esercitano un’azione dannosa sui cicli naturali, alterando l’equilibrio biologico esistente. L’inquinamento atmosferico è uno dei mali maggiori del nostro tempo, le sostanze nocive che si sprigionano dalle industrie, dalle automobili, dagli aerei, scaricandosi nell’aria vengono assorbite anche dal suolo, dagli animali e dall’uomo; quante volte camminando in una strada intasata dal traffico sentiamo l’aria pesante e quasi irrespirabile? In situazioni del genere è l’uomo stesso ad assorbire una quantità eccessiva di sostanze tossiche per il suo organismo, tanto che ne sentirà prima o poi i danni. Tuttavia non è solo l’atmosfera nell’elenco colpito dall’inquinamento, ma anche il mare ad esempio, insieme naturalmente ai laghi e a tutti i corsi d’acqua, poiché in essi si scarica la maggior parte delle scorie delle industrie. L’inquinamento idrogeologico porta alla lenta distruzione della flora e della fauna acquatica con notevoli danni per l’uomo stesso; un’altra conseguenza, forse meno appariscente, ma altrettanto dannosa, dell’inquinamento marino si ha nel settore turistico. Un’ampia parte delle coste italiane si affaccia su un mare fortemente inquinato e non è stato raro negli ultimi anni trovare in alcune zone della nostra penisola divieti di balneazione. Insomma, i problemi sono molti, ma bisogna affermare che finalmente si sta prendendo coscienza di essi e si fa qualcosa per cercare di ristabilire un certo equilibrio e di salvare il patrimonio naturale che ancora possediamo. L’istituzione di parchi protetti ha permesso la salvaguardia di specie di animali che altrimenti sarebbero in via di estinzione, ed ha permesso a noi di ammirare questi animali liberi nel loro ambiente e non rinchiusi nelle gabbie di un giardino zoologico. Si sono installati depuratori per combattere l’inquinamento marino, si cerca di controllare l’inquinamento industriale; ma il problema rimane ancora aperto e di difficile soluzione, in quando non si può arrestare il progresso, che è un fondo la causa di tutti questi mali. Bisogna anche dire che ogni singolo individuo dovrebbe concorrere al miglioramento di questa situazione, per non guastare totalmente l’ambiente in cui vive, dovrebbe vincere l’apatia e l’indifferenza, che spesso si riscontra in certi atteggiamenti, come il buttare qualsiasi rifiuto per strada senza cercare l’apposito cestino. Si dovrebbe perciò fare appello al senso civico di ognuno di noi per risvegliare un amore che sia reale, e non fittizio e come quello di chi ammira un bel bosco e poi getta la sigaretta accesa sull’erba, rischiando di distruggere tutto ciò che sta ammirando. Fatalmente, anche parlando di difesa dei beni culturali, il discorso ritorna ai mali della nostra società tecnologica. Pensiamo allo smog e alle vibrazioni prodotte dal traffico automobilistico, che hanno effetti deleteri sui monumenti. Occorrerebbe una maggiore educazione artistica per poter apprezzare il patrimonio che possediamo: solo svegliando l’interesse di tutti ci si può aspettare un maggior rispetto e una volontà generale di salvare le nostre ricchezze artistiche. Beni culturali e beni naturali sono ricchezze che ci appartengono e che dobbiamo imparare a difendere in prima persona, anche per non permettere che la nostra società, deformata ormai dal crescente sviluppo tecnologico, sorregga tutto ciò che non è ad essa asservibile e ci lasci vivere in un mondo, che è sempre meno a misura d’uomo.


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