All’alba dell’ennesimo DPCM emanato dal Governo Italiano sono molte le domande che sorgono nella mente degli studenti italiani. Sempre di più i dubbi che si sommano a quelli sorti quasi un anno fa.
Infatti ci si avvicina all’anniversario dell’inizio del primo lockdown e della famosa Didattica a Distanza (DAD) con un niente di risolto. Tutte le chiusure infatti sembrano essere state inutili data la situazione di palese confusione in cui si trova tutto il sistema scolastico.
Si rientra? Non si rientra? Si rientra a Febbraio? In che zona siamo?
Queste sono le domande che i ragazzi si pongono mentre la mattina ancora un po’ assonnati si tirano una felpa sopra la maglietta del pigiama e accendono il loro computer pronti ad affrontare un “normale”, ormai da un anno a questa parte, giorno di scuola.
Eppure se nei primi mesi di marzo 2020 li si vedeva pieni di speranza e determinati a superare presto quello che sembrava solo un brutto periodo o uno scherzo del destino, adesso non c’è più speranza nei loro occhi, solo rassegnazione, tristezza, delusione o rammarico.
Perché la loro giornata si è ridotta a questo: seduti su una sedia davanti a uno schermo, ad annuire mentre il docente spiega, tra compiti da dover consegnare e interrogazioni da programmare.
E chi l’avrebbe mai detto che riabbracciare le persone che vogliamo bene o fare le cose più quotidiane senza dover utilizzare una mascherina ci sarebbe sembrato un miracolo? O un premio?
Chi l’avrebbe mai detto che i desideri delle otto di mattina come “Vorrei essere ancora nel mio letto” o “Sarebbe bello fare lezione da casa” detti quando si era ancora assonnati sarebbero diventati realtà?
Ci sono pareri contrastanti sulla DAD, alcuni la preferiscono, per la comodità di non doversi muovere da casa, soprattutto in inverno, quando fa freddo, altri l’hanno definita perfino “tossica” poiché annulla qualunque contatto, qualunque rapporto con i docenti e compagni, azzerando così la comunicazione anche in ambito scolastico.
Altri ancora la vedono come una possibile soluzione futuristica, la possibilità di seguire le lezioni nella comodità delle proprie abitazioni, stravolgendo praticamente quella che è la tradizione scolastica da sempre.
La situazione Covid-19 ha eliminato l’entusiasmo e la curiosità di buttarsi in un percorso scolastico, secondo le statistiche molti studenti, nell’ultimo periodo, hanno rinunciato agli studi, esasperati dalla pesante situazione della scuola italiana. Un dato preoccupante se guardiamo a un futuro in cui saremo proprio noi giovani a dover prendere le redini di questo Paese.
Lo Stato non dà rassicurazioni e quindi come fare a superare tutta questa situazione di pesantezza che sembra si stia abbattendo sugli studenti confusi dal continuo apri-chiudi da qualche mese ormai?
Tra i colori delle regioni che cambiano, coprifuochi da rispettare e nessuna possibilità di svago dai vari impegni lavorativi e scolastici ci auguriamo di riuscire a riprendere la nostra normalità al più presto possibile.
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