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Monica Morante

LA CITTÀ IDEALE

“Gli uomini si associano tra loro per le varie necessità di cui hanno bisogno; e quando hanno raccolto in un’unica sede molte persone per ricevere aiuto dalla comunanza reciproca, nasce quella coabitazione cui diamo il nome di città.” Platone


Avete mai pensato a come potrebbe essere la nostra vita se vivessimo in una città ideale? Il luogo dei sogni che diventa realtà, e non più un miraggio irraggiungibile. Thomas More (umanista, scrittore, politico cattolico inglese) nella sua celebre opera Utopia, del 1516, ci parla della sua città ideale, interamente basata sul concetto di democrazia; successivamente, nel Seicento Tommaso Campanella (filosofo naturalista) riprenderà la sua idea di città-stato fondata sulla condivisione e sull'educazione. Secondo le idee di Campanella, l’educazione è la colonna portante di una società fondata su cittadini onesti.

Quali potrebbero essere le priorità su cui costruire una città o stato ideale? Forse la libertà economica, dei sostegni economici per i bisognosi, un sistema scolastico innovativo, incentrato sulle attività di gruppo, oppure ancora l'eliminazione della moneta. Ognuno avrà sicuramente opinioni diverse, fondate su priorità differenti. Ma cos’è che ci accomuna? Se dovessimo pensare ad una città ideale per ognuno di noi, quale sarebbe il principio comune a tutti gli esseri umani? In un mondo in cui il concetto di parità non appare essere stato compreso appieno, credo che sia proprio questo, assieme alla naturale uguaglianza, la causa mobile di una città ideale. Che poi, più che di città, si tratta in realtà di una società ideale: dal momento che, sono proprio gli uomini e le loro idee a creare la realtà che li circonda. Per fondare quindi una città o stato utopico, bisogna prima parlare di comunità. Alla parità dei diritti umani, manifesto dell'esistenza di una società in cui tutti sono uguali, e in cui le opinioni di ogni individuo hanno un valore inestimabile, va sommato il rispetto e la dignità verso ogni forma di vita. Vengono abolite le discriminazioni razziali, l’omofobia, la trans fobia ed ogni forma di casta, al fine di abolire ogni forma di odio verso coloro che non sono socialmente accettati. Vi è tuttavia un quesito da porsi: è possibile realizzare concretamente ciò? Dal momento che esiste già una dichiarazione sui diritti inviolabili dell’uomo, come è possibile che la nostra società non presenti le caratteristiche ideali? Nello stato utopico non esisterà il passato, la storia, o ancora secoli di forme culturali arretrate, tuttavia, ciò non suggerisce che sia impossibile avvicinarsi il più possibile all’idea primaria di città o ancora, stato ideale. Anche noi possiamo contribuire spargendo il seme della parità e dell'uguaglianza attraverso la nostra quotidianità, al fine di poter contribuire in maniera attiva, e non da spettatori, in questo progetto utopico.

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