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Immagine del redattoreSofia Lamia

L’emancipazione femminile

L’emancipazione femminile è un movimento di protesta da parte delle donne che hanno sempre svolto un ruolo di secondo piano nella società.

L’emancipazione femminile ha avuto inizio con le suffragette che volevano il diritto di voto nei primi anni del settecento. La donna fino ad ora ha vissuto come una persona di serie B considerata inferiore alla figura maschile. Fino a poco tempo fa (e tuttora in alcuni paesi) dai tempi più antichi l’uomo e la donna avevano due ruoli completamente differenti: l'uomo si occupava di lavorare per mantenere la famiglia, svolgendo tutti gli incarichi politici, a lui spettava il potere e il dominio sul mondo; la donna invece si sottometteva all’uomo, aveva il solo compito di badare ai figli ed era completamente esclusa dalla vita politica e spesso sociale!

Con l’emancipazione femminile invece, la figura maschile si sente quasi in imbarazzo di fronte una donna in grado di portare avanti battaglie e vincerle, e di saper svolgere gli stessi lavori degli uomini in modo eccellente!

Casi di sfruttamento e femminicidio.

Tra i casi mondiali del maltrattamento delle donne ricordiamo quelle in India, dove continuano a subire maltrattamenti e violenze sessuali e in particolare nei paesi poveri molte giovani donne vengono costrette a prostituirsi da trafficanti e sfruttatori. Secondo vari sondaggi, l’India è il quarto paese nel mondo più pericoloso per le donne. Un’importante parte della popolazione femminile indiana vive in condizioni di inferiorità rispetto agli uomini e avere una figlia femmina è vista come una disgrazia! Un altro paese dove le donne vengono molto maltrattata è la Cina, specialmente a Pechino nella quale nell’ultimo periodo si è riconosciuto che il 93% dei casi di divorzio, dipenderebbero da violenze sessuali all’interno delle mura domestiche. Inoltre per una politica di limitazione delle nascite, visto che non si riusciva a sfamare tutta la popolazione, si è imposto alle donne di avere un solo figlio e di abortire se se ne aspettava un secondo, è infatti un paese con un basso grado di rispetto dei diritti umani! Spesso accade che alcune tematiche ritenute negative per l’immagine della Cina, vengano tenute nascoste semplicemente per evitare che se ne parli, in altri casi si tenta di dare soluzioni ufficiali che poi però difficilmente vengono messe in atto nella vita quotidiana. Molte donne (in generale nel mondo) nell’ambito del lavoro vengono pagate di meno, durante la gravidanza non vengono assunte o vengono licenziate e solo il 17% dei deputati e senatori che risiedono in parlamento sono donne. L’Arabia Saudita è uno dei maggiori paesi con disuguaglianze tra i sessi; le donne non possono andare in bicicletta, guidare l’auto né fare shopping se non accompagnate. Non hanno accesso ad alcuna carica pubblica anche se possono studiare fino all’università. Il 17 luglio 2017 il parlamento tunisino (unico caso tre paesi islamici) ha ottenuto con 146 voti, la parità dei sessi e la legge contro la violenza sulle donne. L’attuazione della legge include la punizione dei colpevoli e viene offerta assistenza alle donne che subiscono maltrattamenti. Tuttavia non si può affermare che ci sia una vera e propria uguaglianza di genere, soprattutto in ambiente lavorativo, le donne fino ad ora sono pagate meno a parità di funzione ed incarico. Ne sono prova i casi sempre più frequenti di femminicidio.

La donna che finora è stata relegata in secondo piano, deve prendere coscienza per farsi valere, far rispettare la propria dignità e i propri diritti e in ciò si stanno già battendo molto energicamente.
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