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FLAVIA

Giulia Mazzeo 1 C classico

Amavo i miei occhi


Fin da piccola ho sempre amato i miei occhi viola.

Erano l’unica parte speciale di me. Ogni volta che mi presentavo a qualcuno dicevo sempre: “Ciao sono Flavia Greco e il mio colore preferito è il viola come quello dei miei occhi”. Con quelle pupille viola vedevo il mondo come un atomo pieno di felicità dove avevo e apprezzavo tutto. Avevo una vita normale, gli affetti, le passioni, gli hobby… Tutto filava liscio come l’olio e sembrava che non ci fosse niente e nessuno che potesse fermarmi. Eppure non sapevo ancora che qualcosa stava per spegnere la luce del mio entusiasmo nell’affrontare la vita di cui andavo fiera.

Era una giornata tranquilla e assolata. Stavo facendo una passeggiata con le amiche per smaltire tutto il sushi che avevamo mangiato. Stavamo attraversando la strada per tornare a casa quando un’auto che correva velocissima mi prese in pieno. Ero la prima del gruppetto.

Non ricordo niente di cosa successe dopo, ma mi ritrovai in ospedale e non appena riaprii gli occhi non vedevo nulla. Il buio più totale.

La mia faccia doveva essere terrorizzata perché sentii mia madre che mi diceva: “Tranquilla tesoro, sei al sicuro, va tutto bene. Adesso il medico ci spiegherà cosa ti è successo e cosa dobbiamo fare. Sei viva e questo è ciò che conta al momento”.

Ma io ero disperata, piangevo, chiudevo e aprivo continuamente le palpebre nella speranza che il buio sparisse. Pensavo a cosa mi sarebbe successo. Come faceva mia madre a dire che andava tutto bene se io non vedevo nulla? Avevo tutto il corpo dolorante e sentivo molto freddo. Pensavo al deficiente che mi aveva investito, che aveva rovinato la mia vita. Perché la gente guida così male e non rispetta le regole?

Il responso del medico fu durissimo. Con i miei occhi non avrei più visto. L’unica soluzione era un trapianto della cornea. Con il trapianto il chirurgo rimuove la parte centrale della cornea malata e la sostituisce con la cornea sana di un donatore. L'intervento dura circa trenta minuti. Ovviamente dovevo recuperare le forze prima di affrontare l’intervento.

Ero tristissima quando ricevetti la notizia: avrei dovuto perdere i miei amati occhi viola per colpa di uno stupido che mi privava così della mia parte speciale. Non riuscivo a crederci.

Allora, per non demoralizzarmi, cominciai ad ipotizzare che il donatore avesse i miei stessi occhi viola e questo mi fece rincuorare un po’. Tuttavia le domande rimanevano: era un lui o una lei? Cosa ha fatto nella sua vita? Quali erano le sue passioni? Avrei rivisto normalmente?

Il rientro a casa fu veramente strano e deludente perché nonostante le rassicurazioni del medico ero profondamente provata.

*****

 

Per me adesso é impossibile muovermi nella mia casa senza l’aiuto dei miei genitori. Per qualsiasi cosa ho bisogno di aiuto e quindi ho perso completamente non solo la mia indipendenza, ma anche la mia privacy.

Avvolta nel buio più totale sembra quasi che il tempo non passi mai, anche se le mie amiche vengono a trovarmi. Mi manca vedere il cielo, i colori, le facce delle persone, la mia faccia riflessa sullo specchio. Mi manca anche vedere il muso della mia gatta Luna e il suo sguardo arrabbiato quando la tormento.

Finché si sta bene non si comprende quanto può essere complicata la vita con una disabilità. Non si è più autonomi, devi essere sempre aiutata per fare anche le cose più semplici e più intime. Tuttavia, aspettando i miei nuovi occhi e la mia nuova vita con loro, mi sento più ottimista e ho deciso che non mi farò abbattere da questo stupido incidente. Sono una persona in gamba e dentro di me devo trovare la forza e l’energia positiva per reagire. Voglio affrontare l’intervento e ritrovare me stessa in un nuovo sguardo.

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