Durante quest'anno scolastico ho avuto modo di vivere parecchie esperienze che mi hanno arricchito moralmente.
Una di queste, la più significativa, è stata la commemorazione delle vittime di mafia il giorno ventuno marzo.
Mi è stata data la possibilità di ricordare decine di vittime innocenti ed il peso di ogni nome che ho letto mi ha rammendato che dietro ad ogni nome si cela una storia, una vita piena di emozioni, che è stata spezzata dalla criminalità organizzata.
Molte di queste vittime sono state degli ''errori'', commessi nell'intento di colpire qualcun altro. Partecipare alla commemorazione di queste persone mi ha dato la possibilità di documentarmi su moltissime vicende, come ad esempio l'assassinio di Don Giuseppe Diana, quello di Don Pino Puglisi o quello del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che si sono battuti fino alla fine per garantirci una vita più giusta e tranquilla e che potrebbero essere considerati dei veri e propri mentori.
Un altro esempio di morte, insensata e prematura, è quello di Graziella Campagna, una diciassettenne che è stata uccisa per essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Durante la giornata del ricordo ho avvertito un senso di responsabilità verso le vittime e il desiderio di far sì che esse possano rivivere attraverso le mie parole.E' stata un'esperienza molto coinvolgente, che mi ha reso più sensibile verso i veri problemi della società, più che attuali.
Partecipare al ricordo comune mi ha fatto comprendere che non è solo la mafia ad ammazzare gli innocenti, ma è un assassino anche chi ignora e pecca di omertà per paura di subire conseguenze.
E' vero, esporsi e dedicare la propria vita alla lotta contro le ingiustizie non è facile. Molti infatti perdono già in partenza. Ma nella piazza di Palazzo Cavarretta mi sono resa conto, osservando tutte le persone che erano accorse per senso di solidarietà e partecipazione, che non tutte le speranze sono vane.
Questa è stata una delle esperienze che mi ha reso più partecipe.
Di recente abbiamo anche assistito a una diretta in classe riguardante la manifestazione svoltasi a Milano, dove Don Ciotti ha tenuto un discorso su come la scuola debba educare, prima di tutto, alla civiltà, alla capacità di pensiero critico e alla conoscenza.
Ho capito che è importante ricordare chi non è più qui con noi a vivere serenamente: comprendere la società in cui viviamo è essenziale.
Anche se sarà difficile sconfiggere definitivamente la mafia, grazie a quest'esperienza di grande significato civile vissuta a scuola ho capito che non siamo soli, ma, anzi, siamo più di quanti pensiamo.
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