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Immagine del redattoreLeonardo Cersosimo

DISCARICHE NUCLEARI IN SICILIA, PROPOSTI 4 SITI MA I SINDACI DICONO NO


Sette le regioni in cui sono stati individuati siti nei quali edificare i depositi di rifiuti radioattivi italiani, al centro di un acceso dibattito sullo smaltimento di questi ultimi ormai da anni. Le regioni sono Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Ancora poco chiari però i criteri per l’assegnazione di un sito, visto che infrangono quelli decisi nel 2014. Per citarne alcuni: dovevano essere luoghi poco abitati, con una sismicità modesta, senza vulcani né rischi di frane e alluvioni; siti non a quote troppo elevate, non su pendenze eccessive, non troppo vicine al mare; località abbastanza vicine ad autostrade e ferrovie per poter essere raggiunte comodamente dai carichi di materiale da stoccarvi; aree lontane da zone legate a produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico. Ed è proprio in Sicilia che la situazione è grave: 4 i siti individuati, nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta; in particolare i comuni che potrebbero essere interessati sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera, con ben due discariche a distanza ravvicinata nella Sicilia occidentale che ,insieme alla parte più orientale dell’Isola, raccoglie la maggior parte della popolazione, soprattutto a Palermo, Marsala e Trapani. Senza contare poi il fatto che le aree individuate sono tutte attualmente impiegate per usi agricoli e fanno parte dello spettacolare patrimonio naturalistico siciliano. Non si sa che fine abbia fatto la mozione approvata all’unanimità dall’ARS due anni fa, presentata da esponenti del Movimento 5 Stelle che dichiarava la Sicilia zona denuclearizzata con conseguente divieto di stoccarvi nuovamente scorie radioattive. A questa domanda dovrebbe rispondere il Presidente Musumeci ,che però non si è ancora fatto sentire (a differenza di altri governatori).

Al contrario i sindaci dei comuni interessati hanno espresso tutto il loro sdegno in numerose dichiarazioni. “Sono rimasto di stucco”- afferma il sindaco di Petralia Sottana, Leonardo Neglia- “Noi siamo anche sede dell'ente parco delle Madonie; da un lato si vuole la protezione della zona, dall'altro si vogliono seppellire scorie nucleari”. Si aggiunge il sindaco di Butera che ha appreso la notizia dai giornalisti ed è profondamente scontento del riserbo tenuto dal Ministero dell’Ambiente: “Apprendiamo che le campagne di Trapani saranno destinate a deposito di rifiuti radioattivi italiani. Sconosciamo l'argomento e la cosa ci preoccupa non poco”. “Noi non ci stiamo ci opporremo con tutte le forze alla costruzione dei depositi” queste le parole del sindaco Tranchida che sta già preparando, unitamente al sindaco di Castellana Sicula e a tutti gli altri primi cittadini, una mozione da presentare all’ARS e al Presidente Musumeci. Un sostegno da tutti i partiti è arrivato al gruppo di sindaci per evitare un’ennesima penalizzazione della Sicilia e per scongiurare il rischio che diventi la pattumiera d’Italia, con particolare partecipazione dei 5 Stelle che si dicono non stupiti della mancanza di sensibilità ambientale di Musumeci, ma che si augurano che vengano rispettate almeno le volontà popolari. Quello che per ora è indispensabile fare è una vasta pubblicizzazione di questa decisione, al fine di mostrare la volontà popolare e spronare i cittadini a prendere posizione.

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