Non è una Ghost town ma la realtà della scuola in Italia in questo momento.
Le immagini rappresentano un vuoto che, come la siepe di Leopardi, ci riporta – ahimè - solo con il ricordo e l’immaginazione a quel che c’era e potrebbe esserci.
Le piazze virtuali dei social, dei forum, delle chat sembrano aver “contagiato” – è proprio il caso di dirlo - anche un luogo che per definizione dovrebbe essere deputato alla socializzazione, all’ascolto e al confronto reale e concreto. Non vogliamo ricorrere a termini come “apprendimento”, che pure sono dovuti.
È un vuoto che stiamo colmando con il tanto amato/odiato spazio pieno virtuale, dove tuttavia restiamo tante realtà singole e isolate, dove lo sguardo d’insieme non abbraccia la totalità delle relazioni che potremmo osservare e sviluppare. Oggi siamo piccoli isole quadrate o, se preferite, rettangolari che a volte si rivolgono frasi smozzicate, a volte non si comprendono come in un dialogo tra sordi.
Dobbiamo forse dar ragione a chi ha scritto “Non ci siamo mai accorti così tanto dell’importanza della Scuola come da quando siamo stati costretti dall’emergenza sanitaria a chiuderla”?
N.d.r. Le immagini non si riferiscono al nostro istituto, ma sono comunque emblematiche e più eloquenti delle parole. Il bianco e nero, tra l’altro, ben si adatta a rappresentare l’atmosfera sospesa e quasi incolore di questi mesi.
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