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Immagine del redattoreAntonino Colicchia

AMORE, OGGI E SECONDO LO STILNOVO

L'amore, oggi emozione essenziale ma Cavalcanti non era d'accordo.



Appropriato e coerente con l'appena trascorso San Valentino è il tema dell'amore, da sempre trattato dai più grandi scrittori e filosofi e argomento particolarmente in voga nella poesia del Dolce Stil Novo nel XIII secolo. Autore di questa corrente letteraria è, tra gli altri, Guido Cavalcanti la cui poesia si incentra su una concezione assolutamente negativa del sentimento amoroso segnata dalla lontananza della donna e dalla frustrazione del desiderio, un'esperienza distruttiva addirittura. Un sentimento trattato in un'accezione tale da comportare il venir meno delle forze vitali e della propria anima, ciò che lui chiama "spiriti". L'amore, e la donna da cui esso scaturisce, appartengono alla sfera trascendente alla quale è impossibile accedere. L'amore è potenza irrazionale e quindi forse non ci appartiene del tutto, ma ci viene concesso, anche per questo ci è impossibile comprenderlo a pieno. Ci è concesso come un tesoro che solo chi non ha paura di possederlo può vivere a pieno. E’ forse la necessità di affrontare un afflusso di sensazioni così forti che spaventa Cavalcanti e lo porta a sentirsi indifeso verso il sentimento amoroso? O è forse il turbamento che deriva dalla scoperta di una straordinaria sensibilità di un animo fuori dal comune?


Il pensiero contemporaneo prende le distanze dall'opinione che ha Cavalcanti e vede l'amore talvolta come portatore di sofferenze ma anche essenziale per dare senso fino a fondo alla vita così da giudicarla da un altro punto di vista. Concepiamo forse l'amore un po' come lo descrive Platone nel Simposio, prendendo le mosse dal mito degli esseri primitivi composti da due esseri complementari, divisi dagli dei per punizione in due metà, incessantemente in cerca l'una dell'altra per ricostituire l'unità primitiva.

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