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  • Immagine del redattoreLeonardo Cersosimo

LA TUTELA DELL’AMBIENTE ENTRA NELLA COSTITUZIONE ITALIANA

MODIFICATI GLI ARTICOLI 9 E 41. ECCO COME CI RIGUARDA


8 febbraio 2022: svolta storica per la nostra nazione e per il nostro futuro: la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva un Disegno Di Legge già approvato dal Senato che prevede importanti modifiche agli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione in materia di tutela ambientale.

La nostra Costituzione d’ora in poi dovrà garantire concretamente non solo la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico italiano, ma anche la salvaguardia dell’ambiente, degli ecosistemi e delle specie animali e vegetali del nostro Paese. Questa dichiarazione che si aggiunge all’articolo 9 è un importante passo avanti, sia perché definisce in maniera definitiva l’attenzione dello Stato Italiano verso le questioni ambientali, sia perché è la prima modifica alla sezione iniziale della nostra Carta, quella dei principi fondamentali. L’eccezionalità di tale modifica sottolinea la rilevanza cruciale dell’argomento. Da notare anche che l’estensione dell’articolo 9 precisa che la tutela ambientale è rivolta alle future generazioni, passaggio importante dato che l’errore più grosso commesso negli anni nel relazionarsi con l’ambiente- e anche grosso limite dell’azione governativa e istituzionale italiana- è stata proprio l’assenza di prospettiva per il futuro. Ora proviamo a riparare.

L’altro articolo modificato è il 41 e forse è quello che ci tocca da vicino: riguarda il mondo dell’imprenditoria e le convenzioni a cui deve sottostare. Con questa modifica imprenditori e proprietari di attività economiche dovranno garantire che le loro attività non vadano a danneggiare l’ambiente in alcun modo. Questo non riguarda solamente le emissioni che quasi tutti ormai conosciamo, ma anche fattori spesso messi in secondo piano, ovvero lo sfruttamento delle risorse, la gestione del suolo pubblico, il trattamento dei rifiuti, l’uso degli imballaggi, le attività pubblicitarie e di marketing, i trasporti, l’uso dell’energia e così via: tutte queste attività dovranno essere regolate e controllate per non danneggiare la natura. Chi sbaglia, viene punito con le leggi e le pene che ne conseguono.

Certo è un passaggio delicato, soprattutto mentre il prezzo dell’energia sale e le imprese devono affrontare i rincari, perciò bisognerà stare attenti a garantire un bilanciamento fra obblighi ed effetti, adottando le necessarie modifiche, ma il tutto si basa su un concetto: il danneggiamento dell’ambiente non è giustificabile, né può essere considerato effetto collaterale del profitto, e la sua tutela non può essere un compromesso. D’ora in poi la crescita ci potrà essere solo nel rispetto dell’ambiente, e forse otterremmo risultati migliori se ci impegnassimo da subito con nuove strategie per rendere fattibile la transizione ecologica, invece di perdere tempo in polemiche e palliativi.

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