Quante volte vi siete sentiti traportati in un altro mondo, in una fantasia, in una sorta di realtà alternativa solo e soltanto grazie ad una canzone? O grazie alla voce o al suono del vostro cantante/autore preferito? Quante volte siete riusciti a dimenticare un problema o qualcosa di negativo solo con il gesto di cercare - e perdersi - tra i titoli in una playlist? Quante volte vi siete ritrovati ad essere completamente ispirati da una certa melodia ed essere arrivati a pensare “Wow, questa canzone mi fa sognare ad occhi aperti”?
Bene, appassionati e adoratori della musica, questo articolo lo dedico a tutti voi, anzi a tutti noi, che ogni giorno, sempre con le nostre care cuffie alle orecchie, ci lasciamo accompagnare da quelle meravigliose note della nostra canzone preferita e facciamo sì che colorino e riempiano le nostre giornate di emozioni.
Tuttavia prima di iniziare vorrei fare una premessa: credo fermamente che, quando ci ritroviamo a parlare di musica in generale, dobbiamo aprire per forza una parentesi abbastanza ampia, in quanto sotto questo termine troviamo non solo l’ascolto, ma anche diversi altri aspetti, come ad esempio il produrre la propria musica, il cantare e la danza.
Fin dall’inizio dei tempi, anzi fin dall’origine dell’esistenza dell’uomo, la musica ci ha sempre accompagnato, seppur avendo fini e usi ben differenti rispetto a quelli dei giorni nostri, partendo dal suo ruolo sacro fino ad arrivare a quello celebrativo e non solo...
Ai tempi della scuola dell’illustre filosofo e matematico Pitagora, la musica veniva associata ad una perfetta e ordinata successione di note (quindi alla perfetta melodia), tanto che quest’ordine veniva trasformato in un ordine numerico e matematico. Pitagora e i suoi seguaci, credevano anche nella cosiddetta “armonia delle sfere”, cioè una bellissima melodia composta dal movimento dei pianeti e dei corpi celesti nel cosmo, nella quale noi uomini siamo sempre immersi fin dalla nascita e che purtroppo proprio per questo motivo non riusciamo a sentire.
Anche un altro filosofo greco importantissimo e rinomato ha espresso nel corso della sua vita il proprio pensiero sulla musica, Platone. Quest'ultimo riteneva che la musica potesse essere un buon mezzo di educazione per i cittadini, soprattutto morale.
Da qui penso sia possibile iniziare a comprendere l’importanza della musica, sia nel passato che nel presente e infine anche - ne sono pienamente sicura - nel futuro.
Oltre al valore emotivo e sentimentale che ogni canzone - non importa il genere musicale - ha per ognuno di noi, studi scientifici hanno dimostrato come gli effetti benefici della musica siano ben visibili anche campo neurologico, psicologico e psichiatrico. E per fare un semplice esempio, la condizione di rilassamento generata da una certa melodia è data dall’incremento di produzione di endorfina quando le note attivano le reti di neuroni legate al piacere; questo può essere considerato un enorme vantaggio per chi soffre di attacchi o stadi di ansia, ma anche per l’attenuazione del dolore, facendo sì che in certe situazioni possa essere ridotto l’utilizzo di antidolorifici, farmaci e psicofarmaci. In moltissimi casi, viene considerata un mezzo per migliorare e aiutare a gestire diversi disturbi comportamentali, tra cui l’aggressività, la rabbia, l’isolamento o anche la depressione.
Tuttavia questi sono soltanto alcuni dei tantissimi effetti, infatti a questa lista possiamo aggiungere: l’influenza sul battito cardiaco, sulla pressione sanguigna e su specifiche categorie di ormoni. Quanto ai dati che confermano le ricadute benefiche di tali effetti, è stato dimostrato come durante lo svolgimento di un’attività sportiva, la musica abbia risvolti molto positivi per quanto riguarda la velocità di esecuzione di un esercizio, la resistenza allo sforzo e anche la coordinazione.
A proposito, sapevate dell’esistenza della musicoterapia? E del musicoterapeuta?
No? Questi termini non me li sono inventati, anzi, col termine “musicoterapia” si indica l’uso della musica e del suono per facilitare o aiutare l’equilibrio psico-fisico nei vari campi della vita sociale, della medicina, dell’educazione; di conseguenza un musicoterapeuta qualificato sarebbe quella persona specializzata la quale, tramite appunto la musica, affianca il paziente attraverso questo “processo”, come ad esempio nel caso dei bambini affetti da autismo o disturbi dello spettro autistico per i quali la musica può essere vista come uno strumento di sviluppo delle tecniche comunicative, sociali ed espressive. Nel campo della musicoterapia generalmente troviamo due modalità: quella attiva, nella quale il paziente produce/compone dei suoni o delle melodie con degli strumenti o con la voce, e quella recettiva, la quale si basa di più sull’ascolto.
Sorprendentemente anche nel campo dell’insegnamento si sono visti dei buoni risultati, con studi dove si evince che la musica effettivamente migliora molto spesso la concentrazione e i risultati ottenuti con lo studio, principalmente individuale.
Per concludere quindi, quando qualcuno vi chiederà “Ma come fai ad ascoltare tutto il giorno la musica?” oppure vi dirà “La musica è soltanto una distrazione”, sono ben lieta di essere riuscita a dare delle valide risposte a queste affermazioni che potrete benissimo utilizzare per controbattere, se anche per voi, proprio come per me, la musica è una parte indissolubile e inseparabile della vostra vita, più che una semplice “distrazione”.
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