Un tema molto discusso e controverso ancora oggi è sicuramente l’eutanasia a causa della sussistenza di opinioni contrapposte. L’eutanasia è l'atto di porre termine di proposito all'esistenza di una persona in gravissime condizioni di salute, al fine di alleviarne il dolore e la sofferenza.
Il termine eutanasia deriva dall'unione delle parole greche “θάνατος”, cioè “morte”, ed “εὖ”, cioè “bene”, pertanto il significato sarebbe quello di “morte tranquilla”. Nei Paesi di tutto il mondo, Italia compresa, l’eutanasia solleva numerose discussioni tra chi è a favore e chi, invece, è contrario. In Italia e nel Regno Unito essa è illegale, ma in Stati come l'Olanda, il Belgio e il Lussemburgo è una pratica legalizzata da diversi anni.
Esistono svariate forme di eutanasia: l’eutanasia attiva, cioè quando il decesso è provocato tramite la somministrazione di farmaci che portano alla morte, e l’eutanasia passiva cioè quando la morte è provocata dall'interruzione di un trattamento medico necessario alla sopravvivenza del soggetto, come, ad esempio, lo spegnimento della macchina per la respirazione artificiale o l'interruzione della nutrizione e dell'idratazione artificiale. L’eutanasia, inoltre, può essere definita volontaria quando una persona, in grado di intendere di volere, decide di porre fine alla propria vita oppure non volontaria, quando un soggetto decide per la morte di un individuo in gravissime condizioni di salute, favorevole all’eutanasia, ma incapace in quel momento di esprimersi, come nel caso delle persone in coma con un grave danno celebrale.
Le argomentazioni di chi rifiuta l’eutanasia sono molteplici: le religioni più diffuse nel mondo condannano questa pratica e il suicidio assistito affermando che la vita è un dono di Dio e solo Dio può decidere quando toglierla ad un essere umano; pertanto, se una persona cerca la morte per se stessa, è come se volesse sostituirsi in qualche modo a Dio o non volesse affidarsi alla sua volontà. Anche la Chiesa considera l’eutanasia come un crimine contro la vita poiché non viene riconosciuto un diritto al suicidio e poiché sostiene che le leggi che legalizzano questa pratica colpiscono il fondamento dell'ordine giuridico, cioè il diritto alla vita. Il codice etico dei medici, inoltre, con il giuramento di Ippocrate, vieta esplicitamente il ricorso all'eutanasia e afferma che ogni medico ha l’obbligo di preservare, come può, la vita umana.
Tuttavia la possibilità di scelta costituisce un fondamentale principio democratico e i sostenitori di ciò ritengono che ogni essere umano abbia il pieno diritto di controllare la propria vita, quindi anche di decidere in casi estremi di morire.
È però legittimo nutrire dei dubbi rispetto all'argomentazione del cosiddetto "pendio scivoloso", secondo il quale legalizzare l'eutanasia avrebbe una serie di spiacevoli conseguenze: per prima cosa darebbe ai medici un enorme e pericoloso potere decisionale, aprirebbe inoltre una discussione delicata sulle patologie per le quali un individuo può richiedere l'eutanasia e, soprattutto, comporterebbe la riduzione delle spese finalizzate alla ricerca di trattamenti sempre più efficaci contro determinate malattie.
Come tutte le problematiche complesse e controverse che interessano l’ambito dei diritti umani, anche per quella dell’eutanasia non sarà facile trovare una soluzione e in tempi veloci ma, nonostante ciò, sono alte le probabilità che nei prossimi anni riesca ad ottenere un’ampia diffusione in tutti i Paesi del mondo.
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