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Immagine del redattoreLeonardo Cersosimo

CRISI UCRAINA: A UN PASSO DALLA GUERRA?

PROVIAMO A SPIEGARE LA COMPLESSA SITUAZIONE




Negli ultimi giorni data l’enorme quantità di notizie sull’argomento c’è molta confusione su quanto sta accadendo in Ucraina, alcune domane sorgono quindi spontanee: prima di tutto, davvero si rischia una guerra? Perché pare che la Russia voglia invadere l’Ucraina? Come si è arrivati a tutto questo? Perché ci interessa tanto? Cosa si può fare? L’Italia è o sarà coinvolta? Corriamo qualche pericolo? Iniziamo con ordine: non è chiaro, almeno al pubblico, quanto sia reale il pericolo di guerra. Tre i punti di vista: il primo è quello della NATO, che basandosi quasi unicamente sull’intelligence americana e rilevando toni e movimenti dei russi sostiene un’imminente escalation militare, intelligence che però aveva addirittura pronosticato un’invasione russa per il 16 febbraio; il secondo è quello russo, in base al quale Putin sostiene che le truppe stiano svolgendo esercitazioni, che le mobilitazioni siano la accettabile risposta ad atteggiamenti dell’Ucraina e della NATO giudicati come offensivi e che la tensione sia causata da allarmismi e ingerenze occidentali, anche se l’inasprimento dei toni e del conflitto in Donbass delle ultime ore non fanno ben sperare; il terzo è quello ucraino, il cui governo, quello di Kiev, ha ammesso e riconosciuto la preoccupante situazione, ma ha invitato l’Occidente a non “gettare altra carne sul fuoco”, come si suole dire.


I motivi per i quali la Russia vorrebbe invadere l’Ucraina sono vari: quest’ultima storicamente è sempre stata unita alla Russia fino agli anni ‘90; il governo ucraino è attualmente molto inviso a Mosca; Putin ha un grande bisogno di nascondere problemi interni alla Federazione Russa con l’espansionismo geopolitico; i Russi hanno un forte desiderio di riscatto e orgoglio internazionale e vogliono tornare a essere la potenza che erano fino al crollo dell’URSS; la Russia infine vuole unificare le aree russofone all’esterno dei suoi confini, comprese le regioni orientali ucraine.

Ad accendere la scintilla è stata l’ipotesi che l’Ucraina possa entrare a far parte della NATO, ma la tensione non è nuova: in Ucraina va avanti una guerra civile dal 2014; nello stesso anno la Russia ha annesso la Crimea. Ciò è successo dopo la rivoluzione-colpo di stato in Ucraina del 2014 e la costituzione di un governo filo-occidentale che ha portato alla secessione di Crimea e Donbass, aree russofone e russofile. La prima è entrata a far parte della Russia, la seconda è dilaniata dal conflitto fra forze governative e secessionisti sostenuti dalla Russia. Altra causa è la forte influenza USA in Europa. Alcuni sostengono inoltre che il presidente americano abbia interesse a mantenere la tensione per distrarre dalla preoccupante situazione interna degli USA, adottando una politica muscolare all’estero insomma, pratica storicamente comune agli States.

Ci interessa principalmente perché la Russia minaccia di chiudere le forniture di gas all’Europa in caso di degenerazione della questione ucraina. Questa ipotesi sarebbe catastrofica per l’UE che basa larga parte del suo fabbisogno energetico sull’importazione di gas russo, specialmente Germania e Italia. Sarebbe una crisi energetica ed economica di proporzioni immani.


Si potrebbe individuare un compromesso fra le richieste russe e i punti fermi dell’Occidente: la NATO potrebbe rassicurare la Russia sulle armi dislocate vicino ai suoi confini e chiarire la sua posizione sull’ingresso dell’Ucraina nell’organizzazione, condizione che non dovrebbe essere possibile visto che Kiev ha una guerra aperta sul suo territorio, mentre la Russia potrebbe intavolare trattative serie per dare qualcosa in cambio. Di certo l’UE deve cambiare al più presto le politiche energetiche, per ridurre la dipendenza dalla Russia.

L’Italia dialoga diplomaticamente con Russia e Ucraina, ma nel caso in cui la situazione degenerasse e la NATO decidesse per il sostegno, militare o non, all’Ucraina sarebbe costretta a collaborare in qualche modo. Attualmente non corriamo rischi per la sicurezza, il nostro unico rischio è perdere il gas, le nostre scorte durerebbero al massimo 2 mesi, ipotesi che Putin ha scartato confermando le forniture. Eventuali attacchi informatici non sono però da escludere.

Queste sono alcune precisazioni sulla crisi ucraina che ci si augura possano essere utili, anche se la situazione cambia di giorno in giorno. Vi terremo aggiornati.

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