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Immagine del redattoreValerio Schifano

Vaccino, dall’ideazione alla distribuzione

In questi giorni o meglio mesi di precarietà e di instabilità, dovuta alla pandemia di SARS-CoV-2, chi non ha pronunciato la parola vaccino? Chi non ha detto “Una volta che avremo il vaccino, potremo ritornare alla nostra vita tanto spensierata quanto dinamica”?

Ecco, probabilmente la vaccinazione inizierà i primi giorni di gennaio 2021 e, nella migliore delle ipotesi, entro l’estate l’intera popolazione italiana sarà vaccinata così da poter ritornare a condurre la nostra vita nel migliore dei modi.

Si è spesso sentito parlare in televisione o sui social (e in quest’ultimi sarebbe bene porre non molta fiducia per la presenza di innumerevoli fake news) del fatto che la realizzazione del vaccino non è un qualcosa che nasce dall’oggi al domani, anzi è un processo che prevede diverse fasi le quali non vanno velocizzate né tantomeno saltate se si vuole essere certi dell’efficacia del vaccino.

In particolare, è giusto notare come la scienza mondiale stia facendo un lavoro enorme in quanto il vaccino contro il Covid-19 è tra quelli della storia dell’uomo più rapidamente sperimentati: essendo stato il vaccino ideato, sviluppato, prodotto e distribuito in un lasso di tempo inferiore a un anno, potremo assistere alla vaccinazione di massa più grande della storia dell’umanità.

Tuttavia, solitamente, il tempo impiegato per sviluppare un vaccino è molto lungo e comporta un significativo tasso di insuccessi: per arrivare allo sviluppo completo di un vaccino, infatti, possono trascorrere anche dieci anni.

Quindi bisogna essere cauti e prudenti riguardo al nuovo prodotto che verrà inoculato all’interno del nostro corpo.



Ma concentrandoci sui vaccini nella loro generalità, abbiamo ben chiaro tutti che vaccinarsi è il solo modo per evitare che le malattie si diffondano tra le persone.

Sappiamo anche che i vaccini sono dei preparati, contenenti dei microrganismi, in particolare i microrganismi responsabili della malattia stessa, trattati in una maniera tale da renderli incapaci di sviluppare la malattia, che hanno la funzione di scatenare una risposta immunitaria; risposta immunitaria che renderà l’organismo capace di difendersi nel caso in cui, in futuro, si entrasse in contatto con lo stesso agente patogeno.

Ma come si svolge il percorso che permette lo sviluppo di un nuovo vaccino? E quanto tempo richiede in condizioni normali?

  • Prima di tutto va individuato l’agente patogeno responsabile della malattia e così si può procedere con un periodo di ricerca preliminare, che può durare dai due ai cinque anni. Tuttavia, lo sviluppo completo potrebbe richiedere anche dieci anni, allo scopo di essere sicuri della sua efficacia e sicurezza.


  • Dopo aver decifrato il genoma (ossia il patrimonio genetico) e aver sviluppato il vaccino, vi è la cosiddetta fase zero (preclinical testing, in inglese) in cui gli scienziati verificano la validità e l’efficacia del vaccino con degli esperimenti condotti in laboratorio.


  • Quindi vi sono tre fasi di test clinici: la fase 1 (dei safety trials), la fase 2 (degli expanded trials) e la fase 3.

  1. La prima fase di test, la fase 1, implica la somministrazione del vaccino a un gruppo abbastanza ristretto di volontari. Questi primi test hanno il fine di verificare la sicurezza e il dosaggio, nonché confermare una concreta stimolazione del sistema immunitario.

  2. La seconda fase, la fase 2, prevede la somministrazione del vaccino a un maggiore numero di volontari (circa un centinaio), compresi bambini e anziani. Questi ulteriori test vengono condotti allo scopo di testare la stimolazione di una risposta immunitaria e la sicurezza del vaccino.

  3. La terza fase, la fase 3, comporta la somministrazione del vaccino a decine di migliaia di volontari. La risposta immunitaria di questi ultimi viene quindi confrontata con quella di altri volontari a cui, al contrario, era stata inoculata una sostanza placebo (cioè priva di principi attivi specifici). In particolare, con quest’operazione si valuta la capacità del vaccino di resistere all’infezione, e non la sola risposta immunitaria. Inoltre, viene verificata la sicurezza del vaccino in una scala demografica ancora maggiore, stimando, allo stesso tempo, che non vi siano effetti collaterali, non individuati nei test precedenti.


  • Al termine di queste fasi, il prodotto può essere presentato agli organi competenti, nazionali e non, che ne devono approvare l’efficacia, la qualità e la sicurezza. Anche dopo la commercializzazione del vaccino, si continua a monitorare la sicurezza, l’efficacia o la possibilità che si manifestino altri effetti collaterali, i quali vengono attentamente esaminati e risolti.

Ecco dunque il processo a cui è sottoposto ogni vaccino.

Fiduciosi che per il vaccino contro il SARS-CoV-2 nessuna di queste fasi sia stata tralasciata e che gli effetti collaterali siano ridotti a episodi rari, attendiamo impazienti e ottimisti il giorno in cui saremo finalmente liberi di ritornare alla nostra quotidianità.

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