Le tartarughe marine, fornite di un guscio robusto detto carapace e di zampe trasformate in pinne, sono i rettili più antichi ancora esistenti sulla Terra (la loro origine risale a circa 225 milioni di anni fa). L'alterazione dell'ambiente da parte dell'uomo, insieme alla sua attività distruttiva, hanno tuttavia determinato il rischio d'estinzione per questa specie animale:ad oggi in Italia i nidi deposti ogni anno sono solo alcune decine di unità, a questo si aggiunga il forte pericolo cui i piccoli sono esposti alla schiusa delle uova a causa della miriade di predatori come i gabbiani, i pesci o i granchi. Studi ci indicano come soltanto una tartaruga su 1000 riesce a superare la fase giovanile, che è la più delicata e determinante per la specie.
Sensibili a molte delle attività umane, le sette specie di tartaruga marina che abitano i nostri mari e oceani sono perciò fortemente minacciate dall'uomo: il turismo ad esempio può costituire un fattore di disturbo, specialmente nelle aree di riproduzione.Questoè principalmente dovuto alla sostanziale disinformazione delle persone sul tema, che sfocia talvolta nella noncuranza. La concentrazione in particolari siti dell'attività riproduttiva delle tartarughe, renderebbe teoricamente possibile la protezione di queste zone, ma la specie marina è minata anche e soprattutto dalla pesca accidentale: statistiche e indagini portate avanti dal WWF stimano che ogni anno, solo nel Mediterraneo, sono circa 150 mila gli esemplari di tartaruga marina catturati dalle reti a strascico, dagli ami dei palangari e dalle reti fisse, causando la morte di oltre 40.000 tartarughe l'anno.
ltri fattori che mettono a repentaglio la vita della specie sono la cementificazione, il degrado delle coste e dei litorali prescelti per la nidificazione, ma sopra ogni cosa la presenza di plastica nei nostri fondali. Uno studio ha evidenziato come ben il 35% degli esemplari analizzati durante le ricerche avessero inghiottito rifiuti di questo tipo che costituiscono un grosso rischio per le tartarughe, andando a intaccarne l'organismo e avendo in tal modo un effetto deleterio che potrebbe manifestarsi fin da subito (soffocamento, incapacità di nutrirsi, morte immediata) o solo col tempo.
Ad oggi sono diversi i centri attivatisi per la protezione di questa specie, dove volontari, esperti e capitaneria cooperano per il salvataggio e la tutela degli esemplari di tartaruga, in particolare si ricordano quello di Policoro, Molfetta, Torre Guaceto, Capo Rizzuto. Uno dei centri di primo soccorso per tartarughe marine è quello delle isole Egadi a Favignana; avente sede nel piano semicantinato del prestigioso Palazzo Florio, il centro mette a disposizione una piccola zona dedicata a delle visite guidate che forniscono utili nozioni di base non solo per quanto riguarda la biologia ed ecologia delle tartarughe, ma soprattutto circa il comportamento da tenere in caso di avvistamento o di recupero di un esemplare. In un'area riservata, volontari ed esperti si prendono cura delle tartarughe recuperate per poi rilasciarle in mare una volta guarite.
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